Alla base della rieducazione posturale globale c’è la teoria delle catene muscolari, definite come le macro unità funzionali che raggruppano diverse strutture (muscolari, tendinee, ligamentose e fasciali) e sono caratterizzate da azioni e funzioni motorie comuni e/o sinergiche.
La tecnica prevede una specifica metodica di valutazione del paziente strettamente legata al trattamento riabilitativo. Questa tecnica, studiata per l’applicazione in patologie della colonna vertebrale, tra cui il dolore lombare cronico, e nello sviluppo della muscolatura toraco-addominale, permette di ottenere un riequilibrio funzionale dell’apparato muscolo scheletrico portando la postura del soggetto alla naturale fisiologia.
Cinquanta anni fa, Madame B. Bobath scoprì una tecnica che permetteva di inibire determinati schemi di movimento patologico e di avere effetto sul tono muscolare. Tale metodo offriva però un risultato solo temporaneo e lei continuò quindi e sue ricerche assieme al marito, il dottor K.Bobath ed osservò che era possibile ottenere un aumento del tono muscolare combinando tecnica di inibizione e tecnica di facilitazione.
Riuscì ad evocare quindi le reazioni di raddrizzamento ottenendo il controllo della testa, la rotazione della testa e del tronco e la reazione di equilibrio.
Il paziente viene spostato e sorretto in punti precisi in modo da reagire attivamente alle reazioni desiderate. Grazie a tali tecniche, il paziente acquisisce un’esperienza sensomotoria normale dei movimenti di base, che diverranno automatici grazie alla loro ripetizione.
Vengono impiegati anche diversi attrezzi tra cui la grande palla di Bobath. Tale tecnica diffusa in tutto il mondo è impiegata soprattutto per i bambini affetti da esiti di cerebropatia infantile, ma anche per altri problemi neurologici di ordine centrale (traumi cranici, emiplegie, sindromi cerebellari e piramIdali).
Metodo di rieducazione globale che consiste nel rafforzare o suscitare l’atto motorio volontario del paziente con una liberazione simultanea e sincronizzata (sommazione) del maggior numero possibile di stimoli, che facilitano la risposta del sistema neuro-muscolare.
Il metodo di Kabat si basa sull’applicazione di schemi di movimenti facilitanti ad andamento spirale e diagonale abbinati ad altre diverse tecniche di facilitazione. Il metodo presenta applicazioni estremamente varie nel campo della fisioterapia: Paralisi centrali, rafforzamento muscolare, recupero della mobilità articolare, trattamento della spasticità.
La rieducazione secondo il concetto di Margaret Johnstone è rivolta ai pazienti, che soffrono dei postumi di lesioni cerebrovascolari (emiplegia).
• Inizio immediato della rieducazione
• Approccio multidisciplinare
• Combinazione di sviluppo motorio e sensoriale
• Posizionamento corretto
Metodo di rieducazione neurologica, che utilizza i riflessi e le stimolazioni neuromuscolari allo scopo di sviluppare le possibilità sensitivo-motorie degli emiplegici, dei pazienti con trauma cranico e di quelli, che presentano sindrome piramidale.
Nel suo metodo Perfetti si basa sia sulla neuromotricità, che sulla psicomotricità. Per lui il movimento non si riduce alla semplice effettuazione. Attribuisce grande importanza alla programmazione del movimento, una programmazione, che passa attraverso l’assunzione di informazioni, che chiama ipotesi percettiva. Questa ipotesi deve essere costantemente confrontata con le sensazioni che il movimento genera.
Qualche decina di anni fa, due fisioterapisti francesi hanno messo a punto una tecnica di rieducazione propriocettiva per le distorsioni del piede e del ginocchio sulla base dei lavori di un autore Inglese. Se si parte dal presupposto che le cause iniziali della distorsione risiedono principalmente nella cattiva interpretazione dell’informazione e nella falsa informazione ne deriva uno schema corporeo alterato.
La rieducazione propriocettiva proposta dagli autori avrà quindi lo scopo di acquisire una serie di schemi nuovi di coordinazione neuro-muscolare che garantisca la sicurezza fisiologica.
Per attuare ciò, a partire dal momento in cui è possibile appoggiare l’arto e dopo una massoterapia ed una mobilizzazione attiva e passiva senza carico (di breve durata) occorre effettuare una serie di esercizi progressivi e ben determinati. Le indicazioni del presente metodo possono essere estese ai disturbi statici del piede, alla traumatologia ed all’ortopedia del piede, del ginocchio e anche della spalla.
I suoi principi di base sono stati progressivamente adattati all’anca ed alla colonna vertebrale. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di piani stabili ed instabili con il progressivo aumento dello squilibrio.
Metodo statico e globale che impiega determinati riflessi ed in particolare quelli che permettono il mantenimento posturale. Al lavoro statico provocato dalle sollecitazioni fisioterapiche, si aggiunge l’effetto delle manipolazioni simultanee, di rafforzamento o di allungamento, effettuate in profondità sul muscolo dal fisioterapista.
Impiega le contrazioni isometriche provocate dalle resistenze contro le quali il paziente deve agire mantenendo determinare posizioni.
Nuovo orientamento terapeutico di fisioterapia basato sul sistema locomotore. Esso si rivolge essenzialmente alla terapia manuale delle algie funzionali del sistema locomotore. Gli autori di tale metodo partono dal concetto dell’organizzazione muscolare e aponeurotica che unisce determinati muscoli (catena muscolare) e possibilità di rottura della tensione corretta (derivata da una coordinazione armonica tra le catene muscolari che originano il movimento) per una certa ragione (neurologica o traumatica).
Si tratta di un metodo di rieducazione individuale inventato nel 1947 che si basa sulla legge della globalità del corpo umano e si distingue per un diverso approccio all’uomo ed alla malattia.
Secondo questo metodo i muscoli del corpo sono solidali tra loro e si organizzano in catene, in particolare quelli situati nella parte posteriore e tendono abitualmente ad un eccesso di tensione e di accorciamento. Di conseguenza si ha una limitazione dei movimenti e per un gioco di adattamenti e compensazioni si influisce sulla statica del corpo. Ne derivano dolori, che altro non sono che gli effetti di una causa più remota nel tempo e nello spazio.
Questa tecnica consiste nel risalire la catena delle compensazioni verificatesi nel corpo ed individuare le cause primarie. Il trattamento consiste essenzialmente in posizionamenti di stiramento che consentono di ottenere distensione, scioltezza ed allungamento delle catene muscolari contratte, liberando la respirazione.
Riguarda il corpo nella sua globalità, richiede la partecipazione attiva del paziente e si avvale anche di diverse tecniche di massaggio e di mobilizzazione.