ONDE D’URTO FOCALIZZATE

Le onde d’urto sono delle onde acustiche ad alta energia. La terapia con onde d’urto è un trattamento non invasivo, in cui degli impulsi vengono fatti passare attraverso la pelle fino all’area bersaglio, dove creano dei microtraumi, che promuovono il naturale processo di guarigione del corpo.

Gli effetti della terapia con onde d’urto:

  • Promozione della neovascolarizzazione
  • Riduzione dell’infiammazione
  • Stimolazione del collagene
  • Riduzione del dolore
  • Dissoluzione delle calcificazioni

Le onde d’urto sono indicate nel trattamento delle seguenti patologie:

  • Epicondilite laterale
  • Tendinite rotulea
  • Periartrite scapolo-omerale
  • Fascite plantare
  • Tendinite dell’Achilleo
  • Disfunzione erettile
  • Piaghe da decubito


  • Aspetti tecnici
  • Tipi di onde d’urto
  • Parametri fisici di riferimento dell’onda d’urto
  • Protocolli terapeutici
Aspetti tecnici

La terapia con Onde d’Urto è stata introdotta in medicina negli anni ’80 ed utilizzata per eliminare i calcoli renali (litotrissia) e successivamente per distruggere le calcificazioni intrarticolari o intramuscolari.

A partire dagli anni ’90, l’approfondimento della metodica ed il loro utilizzo quotidiano hanno permesso di riscontrarne un’efficacia anche sui processi infiammatori inserzionali e sulle mioentesiti come epicondiliti, tendiniti dell’achilleo e tendiniti del rotuleo, riscontrando una sensibile riduzione della sintomatologia dolorosa ed una buona ripresa della motilità delle articolazioni trattate.

Le onde d’urto sono onde sonore che generano impulsi di pressione ad alta energia e di brevissima durata che vanno di fatto a creare dei microtraumi sui tessuti provocando un effetto antiflogistico e riducendo il dolore mediante inibizione dei recettori specifici.

Tipi di onde d’urto

Esistono due tipi di onda d’urto:

1. Radiale (chiamata anche balistica)
2. Focalizzata

Le onde d’urto radiali non sono direzionate su un unico punto, bensì si irradiano su tutta la superficie e non arrivano in profondità in quanto si disperdono radialmente nella cute. Le onde d’urto focalizzate sono onde la cui energia viene concentrata sulla parte affetta dalla patologia.

L’onda d’urto radiale
Nei sistemi radiali, detti anche balistici, l’onda d’urto viene generata mediante uno speciale manipolo a forma di pistola la cui canna è chiusa all’estremità da un tappo metallico contro il quale viene lanciato, mediante aria compressa a 4-5 bar di pressione, un proiettile d’acciaio. Dalla collisione si genera un’onda d’urto che, attraverso il tappo metallico, si diffonde espandendosi radialmente nella cute e nel primo strato sottostante di tessuto. Tale sistema non ha un effetto terapeutico ma esclusivamente un effetto antalgico ed antinfiammatorio.

L’onda d’urto focalizzata
Nell’onda d’urto focalizzata le onde vengono generate da tre diverse tecnologie:

1.GENERATORE ELETTROIDRAULICO
Si tratta di due elettrodi che, attraverso l’emissione di corrente, surriscaldano l’acqua circostante nella quale sono immersi provocandone l’evaporazione che di conseguenza provoca un innalzamento della pressione e quindi l’onda d’urto.

2.GENERATORE ELETTROMAGNETICO
Il generatore è formato da una bobina avvolta da una membrana metallica che al passaggio della corrente genera un campo magnetico che causa l’espansione della membrana provocando così la formazione delle onde d’urto.

3.GENERATORE PIEZOELETTRICO
Il sistema utilizza dei cristalli piezoelettrici immersi nell’acqua che, subendo delle contrazioni ed espansioni del proprio volume provocano nell’acqua piccolissime onde di pressione.

Per ognuna delle tre modalità descritte, va specificato che si possono raggiungere differenti profondità utilizzando diversi manipoli, in modo da poter focalizzare il trattamento clinico sulla parte interessata ed a profondità definite. La differenza fondamentale tra le tre tecnologie è data dalle dimensioni dell’area e del volume su cui arriva l’energia terapeutica. Nello schema che segue sono riportate le sezioni che i tre differenti sistemi sono in grado di coprire: Risulta evidente come il sistema elettroidraulico riesca ad agire su un’area molto più grande rispetto alle altre due tecnologie.

A seconda della patologia e dell’area da trattare può essere più funzionale un sistema piuttosto che un altro. Diversi studi empirici, inoltre, dimostrano che le onde d’urto focalizzate che utilizzano la tecnologia elettroidraulica risultano essere le meno dolorose.

Parametri fisici di riferimento dell’onda d’urto

A livello internazionale, la International Society for Medical Shockwave Therapy ha definito i diversi livelli di densità del flusso di energia che possono essere utilizzati a seconda delle varie tipologie di problema.

Tali valori energetici nello specifico sono:
– da 0,04 a 0,28 mJ/mm2 (milli-Joule/millimetro-quadrato) si può lavorare su tessuti molli o muscolo tendinei
– da 0,28 mJ/mm2 a 0,5 mJ/mm2: si può lavorare sul tessuto osseo ma bisogna fare attenzione perché si possono verificare danni sui tessuti muscolo-tendinei
– oltre 0,5 mJ/mm2: si possono verificare fenomeni di morte cellulare, quindi con livelli energetici superiore a questa soglia non si può operare.

Le onde d’urto che utilizzano il sistema elettroidraulico permettono di eseguire una terapia ad onde d’urto focalizzate con una gamma di energia compresa generalmente tra 0,01 mJ/mm2 a 0,55 mJ/mm2, con una penetrazione terapeutica che può arrivare fino a 35 mm. A livello commerciale, questi sono i dispositivi che generalmente vengono prodotti dalla società Sanuwave (società americana).

Questo dispositivo fornisce un intervallo di energia minima e massima che risulta in linea con i parametri limite individuati a livello internazionale. Le onde d’urto che utilizzano il sistema elettromagnetico permettono di eseguire una terapia ad onde d’urto focalizzate con una gamma di energia compresa generalmente tra 0,01 mJ/mm2 a 0,55 mJ/mm2, con una penetrazione terapeutica che può arrivare fino a 65 mm. A livello commerciale, questi sono i dispositivi che generalmente vengono prodotti dalla società Storz (società svizzera).

Anche questo dispositivo, come il precedente, fornisce un intervallo di energia in linea con i parametri limite individuati a livello internazionale. Le onde d’urto che utilizzano il sistema piezoelettrico permettono invece di eseguire una terapia con un intervallo di energia compreso tra 0,03 mJ/mm2 e 1,05 mJ/mm2, con una profondità di penetrazione che arriva fino ad un massimo di 45mm.

In base a quanto visto in precedenza, relativamente ai campi energetici d’applicazione di questi macchinari, risulta evidente come questo dispositivo fornisca una potenza energetica massima che non potrebbe mai essere applicata; infatti, superati già i 0,5 mJ/mm2 di energia si creerebbero fenomeni di distruzione cellulare, pertanto questo macchinario risulterà sempre impiegato a mezzo carico rispetto alla potenza massimale che potrebbe fornire.

Protocolli terapeutici

I protocolli terapeutici possono essere diversi sia per numero di colpi a cui il paziente è sottoposto (e quindi di tempo dedicato per singolo trattamento) sia per il numero di applicazioni da ripetere nel tempo (e quindi numero di sedute necessarie). Le onde d’urto vengono applicate sia per le patologie in fase acuta sia per le patologie che hanno superato questa fase.

Normalmente il paziente trattato con onde d’urto in fase acuta ottiene un miglioramento in termini di dolore ed infiammazione. L’onda d’urto è indicata anche per patologie in fase cronica In taluni casi, la terapia ad onde d’urto può essere considerata un sostituto alla terapia chirurgica, laddove ovviamente non vi siano lesioni vere e proprie del tendine, che, per guarire, necessitino di un ripristino dell’integrità anatomica.

Di seguito alcuni protocolli da applicare per il trattamento di alcune patologie:

Protocollo di trattamento tendinopatie
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 800-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.04 mJ/mm²

Protocollo di trattamento spina calcaneare
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 800-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.70 mJ/mm²

Protocollo di trattamento fascite plantare
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 800-1000
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.40 mJ/mm²

Protocollo di trattamento spalla calcifica
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 800-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.70 mJ/mm²

Protocollo di calcificazioni muscolari
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 1000-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.70 mJ/mm²

Protocollo di trattamento calcificazioni inserzionali
NUMERO APPLICAZIONI: 2-3
COLPI: 800-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.70 mJ/mm²

Protocollo di trattamento epicondilite
NUMERO APPLICAZIONI: 2
COLPI: 1000-1200
INTERVALLO: 4 SETTIMANE
ENERGIA: 0.30 mJ/mm²


Patologie ortopediche



Patologie del ginocchio

  • Artrosi del ginocchio
  • Lesioni cartilaginee
  • Malattia femororotulea
  • Lesioni del legamento collaterale mediale del ginocchio
  • Lesioni meniscali
  • Lesioni del legamento crociato anteriore
  • Lesioni del legamento crociato posteriore
  • Tendiniti
  • Sindrome della banda iliotibiale
  • Malattia di Osgood-Schlatter

Patologie della spalla e del gomito

  • Artrosi della spalla
  • Tendiniti e lesioni della cuffia dei rotatori
  • Instabilità di spalla
  • Impingement della spalla risultante da borsiti e tendiniti
  • Periartrite scapolo-omerale
  • Epicondilite laterale

Patologie della mano e del polso

  • Malattia di De Quervain
  • Morbo di Dupuytren
  • Rizoartrosi
  • Dito a martello
  • Dito a scatto

Patologie dell’anca

  • Artrosi dell’anca
  • Borsite pretrocanterica
  • Impingement femoro-acetabolare

Patologie del piede

  • Artrosi della caviglia
  • Fascite plantare
  • Alluce rigido
  • Neuroma di Morton
  • Piede piatto
  • Metatarsalgia

Patologie della colonna vertebrale

  • Fibromialgia localizzata
  • Lombalgia

Pedane dinamometriche

Permettono la valutazione della distribuzione del carico durante gesti funzionali (alzata da una sedia, squat, vertical jump, etc.)


Cella di carico

Macchinario che permette di eseguire un test di massima contrazione volontaria isometrica, per evidenziare eventuali deficit di forza muscolare.


GNRB

Artrometro che permette di valutare lo spostamento anteriore della tibia rispetto al femore e quindi la funzione del legamento crociato anteriore (LCA).



Delos

Macchinario che permette la valutazione della funzione propriocettiva degli arti inferiori e della colonna vertebrale.


Elettromiografia di superficie

Fornisce informazioni sull’attivazione dei muscoli e l’intensità della loro attività nell’esecuzione di compiti motori.


K4b2

Metabolimetro che permette la valutazione degli scambi gassosi (O/CO2) durante compiti motori come la corsa.




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