Nella modalità convenzionale con cui viene usata la TENS, viene generata una corrente elettrica capace di attivare selettivamente le grandi fibre sensoriali, senza attivare le piccole fibre nocicettive. In questo modo viene provocata una potente parestesia nel sito causa di dolore.
In medicina, la TENS è l’elettroterapia più comunemente usata per il trattamento del dolore.
Lo sviluppo dei generatori di elettricità nel 18° secolo segna l’inizio dell’utilizzo dell’elettricità in medicina. Nel 1965 Melzack e Wall scoprono, che la trasmissione di informazioni nocicettive può essere inibita dall’attività delle grandi fibre periferiche afferenti o dall’attività di vie nervose discendenti dal cervello inibitrici degli stimoli dolorosi.
Wall e Sweet nel 1967 sfruttarono per la prima volta questo principio. Attraverso una stimolazione elettrica percutanea ad alta frequenza attivarono le grandi fibre afferenti e come risultato ottennero una riduzione del dolore nei pazienti trattati.
Esistono diversi apparecchi TENS, che sfruttano diversi tipi di corrente elettrica:
– TENS convenzionale
– AL-Tens
– Intense TENS
– TENS APS (stimolazione dei potenziali d’azione)
– Codetron
– H wave stimulation
– Correnti ad interferrenza
– Microcorrente
Sono universalmente riconosciuti tre principali meccanismi d’azione nel trattamento del dolore:
– Chiusura del “cancello” alle informazioni del dolore
– Rilascio di sostanze oppioidi endogene comunemente conosciute come endorfine
– Attenuazione della tensione muscolare – rilassamento
Come precedentemente accennato, se si bloccano i segnali elettrici che portano al cervello l’informazione relativa al dolore, se ne annulla anche la percezione. Se, ad esempio, battiamo il capo contro un oggetto la prima cosa che ci viene istintivo fare è massaggiare la zona che ha subito il trauma. In questo modo noi stimoliamo i recettori relativi al tatto ed alla pressione.
Così facendo, una certa mole di informazioni sensoriali si dirige verso il cervello, ma prima di giungervi deve transitare attraverso un passaggio obbligato che è costituito dal midollo spinale. La confluenza dei vari segnali a questa via comune è regolata da complessi meccanismi di precedenze, ed è proprio qui che l’informazione relativa al dolore può essere bloccata.
La TENS in modalità continua e in modulazione di Frequenza può essere utilizzata per generare segnali paragonabili a quelli del tatto e della pressione. Se la loro intensità à sufficiente, la loro priorità diventa tale da prevalere sui segnali del dolore. Una volta ottenuta la priorità il “cancello” relativo ai segnali sensoriali è aperto e quello del dolore è chiuso, impedendo così il transito di questi segnali verso il cervello.
Quando un segnale nervoso procede dall’area del dolore verso il cervello, non si propaga lungo un unico conduttore, ma piuttosto mediante una catena di connessioni congiunte reciprocamente tramite connessioni dette sinapsi. La sinapsi può essere vista come lo spazio che intercorre tra la fine di un nervo e l’inizio del successivo.
Quando un segnale elettrico giunge alla terminazione di un nervo, produce delle sostanze dette neurotrasmettitori che attraversano la sinapsi e vanno ad attivare l’inizio del nervo successivo. Questo processo si ripete per tutta la lunghezza necessaria a far giungere il segnale al cervello.
Gli oppioidi coinvolti nella riduzione del dolore hanno il compito di insinuarsi nello spazio della sinapsi ed impedire la propagazione dei neurotrasmettitori. In questo modo si ottiene un blocco chimico dei segnali del dolore. Le endorfine sono degli oppioidi prodotti naturalmente dal corpo per combattere il dolore, e possono agire sia nel midollo sia nel cervello, risultando quindi essere dei potenti analgesici.
Nel corso del 1970 due ricercatori svedesi (Eriksson e Sjölund) dimostrarono che l’applicazione delle TENS in modulazione di Frequenza per 40 min. può stimolare il rilascio di endorfine in quantità sufficiente ad alleviare il dolore per diverse ore.
Il nostro corpo possiede meccanismi di protezione dal dolore che prevedono la contrazione di alcuni muscoli onde limitare quei movimenti che potrebbero risultare particolarmente dolorosi. Se la presenza di dolore si protrae per diversi mesi, allora la situazione di muscolo contratto diventa pressochè permanente anche se le condizioni che avevano inizialmente originato il dolore non sussistono più. In queste circostanze il muscolo si accorcia e si irrigidisce.
Quando il problema riguarda i muscoli paravertebrali, essi rimanendo contratti provocano una compressione dei nervi che originano dalla radice spinale; questo può causare differenti problemi, quali dolore riferito, dolore esteso e fibromialgia.
Grazie all’applicazione della TENS in modulazione d’Ampiezza, è possibile eseguire un esercizio graduale su tali muscoli. Questo incrementa la circolazione e quindi il metabolismo. Ciò avvia un processo grazie al quale i muscoli riprendono gradualmente la loro elasticità e possono così essere nuovamente esercitati alla loro funzione iniziale.
Il ritorno alla condizione iniziale richiede, tuttavia, una grande perseveranza nell’applicazione della metodica e nell’esercizio di riabilitazione e stretching.
– Dolore post-operatorio
– Dolore muscolo-scheletrico
– Dolore lombare
– Artrosi
– Nevralgia
– Riduzione del danno muscolare
– Riduzione dei tempi di guarigione